Senologia Napoli | Calcolosi Renale o Calcoli Renali

CALCOLOSI RENALE

6 Agosto 2016
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La Calcolosi Renale o Calcoli Renali sono uno dei disturbi più comuni delle vie urinarie.

La maggior parte dei calcoli (la cosiddetta “microlitiasi” o “renella”) viene espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico
Quelli che provocano sintomi di lunga durata possono essere curati usando varie tecniche che, nella maggior parte dei casi, non comportano alcun intervento chirurgico.

Recenti scoperte scientifiche ci hanno permesso di capire meglio i diversi fattori che provocano la comparsa dei calcoli e quindi di ideare terapie migliori per prevenirli.

L’apparato urinario è formato dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall’uretra.
I reni sono due organi a forma di fagiolo, uno per lato rispetto alla colonna vertebrale.
I reni rimuovono l’acqua e i rifiuti in eccesso dal sangue producendo l’urina, mantengono anche stabile l’equilibrio dei sali e di altre sostanze presenti nel sangue e producono ormoni che aiutano a rinforzare le ossa ed a sintetizzare i globuli rossi.
Gli ureteri, due stretti tubicini, consentono il passaggio dell’urina dai reni alla vescica, una cavità di forma ovale che si trova nel basso ventre.
Esattamente come in un palloncino le pareti elastiche della vescica si distendono e si espandono per accogliere l’urina; quando le pareti della vescica si contraggono l’urina fuoriesce dal corpo tramite l’uretra.

Il calcolo renale è un ammasso duro fatto di cristalli che si separano dall’urina all’interno delle vie urinarie.
Se i cristalli rimangono abbastanza piccoli percorreranno le vie urinarie e verranno espulsi dall’organismo insieme all’urina, senza causare problemi.

I calcoli renali possono contenere diverse combinazioni di sostanze chimiche, il tipo più comune contiene calcio, combinato con l’ossalato oppure con il fosfato.
Queste sostanze chimiche fanno parte della dieta normale e vanno a costruire parti importanti dell’organismo, come le ossa e i muscoli.

In generale ne sono maggiormente soggetti gli uomini in cui l’insorgenza di coliche e calcoli aumenta considerevolmente dopo i quarant’anni e continua ad aumentare fino ai settant’anni.
Per le donne la maggiore insorgenza si registra intorno ai cinquant’anni.
Se in passato si hanno avuti diversi episodi di calcolosi c’è maggiore probabilità di svilupparne altri.

Ancora oggi non si conosce con esattezza cosa provochi la formazione del cristallo
Se ci sono precedenti familiari di calcoli renali il paziente avrà maggiori probabilità di soffrirne.

Attualmente, conosciamo i fattori di rischio:
Familiarità o storia personale; Età tra 20 e 30 anni (calcoli di calcio); Disidratazione; Sovrappeso
Alcune diete ( una dieta ricca in proteine, sodio e zucchero può aumentare il rischio di alcuni tipi di calcoli renali);
Malattie e chirurgia del sistema digerente (gli interventi di bypass gastrico, le malattie infiammatorie intestinali o la diarrea cronica possono causare modifiche del processo digerente che si ripercuotono sull’assorbimento di calcio e acqua, aumentando i livelli urinari di sostanze con tendenza a depositarsi)
Altre condizioni mediche (l’acidosi tubulare renale, la cistinuria, l’iperparatiroidismo, alcuni farmaci, alcune infezioni delle vie urinarie).
Sintomi

Spesso i calcoli renali sono asintomatici; di norma il primo segnale di un calcolo renale è un dolore molto intenso che inizia all’improvviso quando il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il flusso dell’urina.
Il paziente avverte un dolore molto acuto e crampiforme alla schiena e sui fianchi nella zona del rene, oppure nel basso ventre; in seguito, il dolore può estendersi verso la zona inguinale.
Se il calcolo è di grandi dimensioni e non può transitare con facilità il dolore si fa più intenso: i muscoli che formano le strette pareti dell’uretere si contraggono per spingerlo verso la vescica. Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo può comparire del sangue nell’urina, che quindi può diventare di colore rosato; quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica, il paziente può avvertire la necessità di urinare con maggior frequenza oppure avere una sensazione di bruciore durante la minzione.

A volte si possono verificare nausea e vomito.  Se uno o più di questi sintomi è accompagnato da febbre e brividi, potrebbe esserci un’infezione. In questo caso, il paziente dovrebbe chiamare immediatamente un medico.

I calcoli renali sono dolorosi ma nella maggior parte dei casi possono essere eliminati dal corpo senza danni permanenti.
Spesso recidivano e questo avviene più spesso se la causa non viene identificata e trattata.

I rischi piu comuni sono:
Infezioni delle vie urinarie.
Danni o cicatrici renali se il trattamento è tardivo.
Ostruzione dell’uretere.
Spesso i calcoli silenti, cioè quelli che non provocano sintomi evidenti come la colica renale, possono essere individuati da una radiografia, durante un esame di routine.
Se i calcoli sono piccoli nella maggior parte dei casi vengono espulsi senza creare problemi
I calcoli renali vengono individuati da una radiografia o da un’ecografia, richiesta dal paziente che lamenta presenza di sangue nelle urine od un dolore improvviso.
Queste immagini diagnostiche forniscono al medico informazioni importanti sulla dimensione e sulla posizione del calcolo, mentre gli esami del sangue e delle urine possono permettere di individuare qualsiasi sostanza anomala che potrebbe favorire la formazione del calcolo.

Per fortuna di solito non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, perchè la maggior parte dei calcoli renali vengono espulsi naturalmente se si beve molta acqua (due o tre litri al giorno), che facilità il movimento del calcolo.

L’intervento chirurgico può rivelarsi necessario per rimuovere il calcolo renale se il cristallo:

  • non viene espulso dopo un periodo ragionevole e provoca dolore e coliche costanti
  • è troppo grande per essere espulso naturalmente, oppure è collocato in posizione difficile
  • ostruisce il flusso dell’urina
  • provoca un’infezione di lunga durata delle vie urinarie
  • danneggia i tessuti renali o provoca un sanguinamento costante
  • si è ingrandito rispetto ai precedenti esami esibiti

La litotrissia extracorporea a onda d’urto è la procedura usata con maggiore frequenza per il trattamento dei calcoli renali.
In questo caso le onde d’urto che si creano fuori dall’organismo vengono trasmesse dalla pelle e dai tessuti, fino a colpire i calcoli. I calcoli si rompono in tanti piccoli frammenti e così risulta più facile il loro passaggio nelle vie urinarie, trasportati dall’urina.
Esistono diverse apparecchiature per la litotrissia extracorporea. La maggior parte di esse usa le radiografie oppure l’ecografia per permettere al chirurgo di individuare la posizione del calcolo durante l’intervento. Per la maggior parte degli interventi di litotrissia è necessaria l’anestesia.
Nella maggior parte dei casi può essere eseguita in ambulatorio, la guarigione avviene in un periodo relativamente breve e la maggior parte dei pazienti trattati può riprendere le normali attività già dopo alcuni giorni.
Come per qualsiasi altro intervento chirurgico bisognerebbe parlare dei rischi e delle complicazioni potenziali con il medico prima di scegliere una terapia di questo genere.





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